Lo hanno detto Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia, che aggiungono: “Considerando il fatto che nelle ultime tre settimane anche i comuni di Petrosino, Ustica e Isola delle Femmine hanno dichiarato il dissesto e che esiste una sofferenza sul piano dell’applicazione della contabilità armonizzata, con specifico riferimento alla liquidità e alla capacità amministrativa nel definire i documenti contabili, siamo del parere che non ci sia più tempo da perdere”.
Saranno questi i temi principali che saranno affrontati nel corso della prossima assemblea dei sindaci che si svolgerà il 10 maggio ai Cantieri Culturali della Zisa.
“Siamo in presenza, come appare evidente, – spiegano Amenta e Alvano – di un dato di carattere strutturale non più risolvibile con le normali procedure dettate dal Testo Unico degli enti locali. A fine 2021 abbiamo anche organizzato una iniziativa di protesta a Roma che ha portato all’approvazione di una specifica norma con cui sono stati stanziati 150 milioni per i comuni dell’Isola, ma si è trattato di un fatto isolato che non ha avuto seguito nonostante le nostre reiterate richieste. È chiaro che la condizione finanziaria e organizzativa dei comuni siciliani si presenta complessa e deriva da una pluralità di cause, ma è altrettanto evidente che non si vuole prendere atto che vi è una specificità dei comuni siciliani in quanto comuni di una Regione a statuto speciale. Regione caratterizzata da una serie di nodi irrisolti nel rapporto con lo Stato”.
“Si sottovaluta o si finge di non guardare – concludono il presidente e il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – la circostanza in base alla quale le criticità finanziarie dei comuni si riversano sui cittadini e sulle imprese contribuendo a determinare in termini economici un elemento negativo anche sul piano regionale e nazionale. Oltre, ovviamente, ad incidere negativamente sulla qualità della vita. In relazione a tutto ciò ci domandiamo se la Regione Siciliana da un canto e lo Stato dall’altro debbano preservare così tanti enti locali dalle crisi finanziarie imperversanti e se non vi sia un dovere di intervenire sul piano Istituzionale attraverso iniziative legislative e finanziarie. La preoccupazione è anche dovuta alle conseguenze determinate dall’impugnativa dello Stato sulla Legge finanziaria e sulle ricadute per le risorse destinate ai comuni dell’Isola, in particolare sui 115 milioni per investimenti e sui 200 milioni destinati al Fondo progettazione”.
Carla Muliello, Addetto Stampa ANCI Sicilia, tel. 334 9800242