La storia dell’ultimo secolo della comunità di Mirabella Imbaccari si intreccia indissolubilmente con quella del tombolo, introdotto nel borgo dalla principessa Angelina Auteri, consorte del principe Ignazio Paternò Castello.
Gli ultimi eredi della nobile casata dei Biscari, privi di discendenza, decisero di consacrare le proprie vite alla spiritualità: Ignazio entrò nell’ordine dei Barnabiti, mentre Angelina — assumendo il nome di Suor Maria di Gesù — si unì alle Carmelitane Scalze. Prima della loro scelta religiosa, i principi frazionarono e donarono il loro feudo: una parte fu destinata alla comunità mirabellese, sulle cui terre sorsero poi le scuole elementari; un’altra parte fu affidata alle suore Dorotee, che divennero proprietarie di Palazzo Biscari.
Già nel 1910, grazie all’iniziativa di Angelina Auteri, le prime suore giunte da Roma iniziarono a diffondere l’arte del tombolo. In breve tempo, Palazzo Biscari si trasformò in una vera e propria fucina di merlettaie, custodi di una tradizione che avrebbe segnato profondamente l’economia e la vita sociale del paese. Le donne, fino ad allora confinate al ruolo di casalinghe o braccianti, trovarono nel tombolo un’opportunità di emancipazione, contribuendo in modo determinante al sostentamento delle proprie famiglie. Questa raffinata arte, tramandata di generazione in generazione, sostenne per decenni l’economia domestica, tanto che persino molti uomini impararono a lavorare il merletto. Per lungo tempo, Mirabella Imbaccari divenne un vero laboratorio a cielo aperto.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, l’amministrazione comunale, con lungimiranza, concepì l’idea di una Mostra Permanente del Tombolo, con l’intento di valorizzare questa antica tradizione e di tutelare le artigiane locali dai mediatori che acquistavano i preziosi manufatti a prezzi irrisori. Fu in quegli anni che Mirabella Imbaccari guadagnò il titolo di “Città del Tombolo”, appellativo che ancora oggi la identifica nel panorama culturale siciliano.
Col passare del tempo, mutarono le abitudini e gli stili di vita, e la tradizione del corredo nuziale realizzato al tombolo andò via via scomparendo. Da questa evoluzione nacque, nel decennio scorso, il Museo del Tombolo, naturale erede della mostra permanente. Lo spazio museale, che si estende per circa 700 metri quadrati, raccoglie il meglio della produzione delle merlettaie mirabellesi. Il percorso espositivo, di taglio antropologico, accompagna il visitatore lungo le diverse fasi della vita — dall’infanzia al matrimonio — attraverso preziosi corredi e raffinati manufatti che raccontano il legame profondo tra arte e quotidianità.
Il museo rappresenta oggi un unicum non solo per Mirabella Imbaccari, ma per l’intera Sicilia e il Meridione d’Italia: un luogo in cui il pizzo a tombolo si fa testimonianza tangibile dello spirito e della sensibilità delle artiste che, con dedizione e maestria, hanno dato vita a opere d’arte senza tempo.
Oggi l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Fondazione MeSSInA — proprietaria dal 2014 di Palazzo Biscari — e con l’Associazione delle Merlettaie “Opera del Tombolo e delle Arti Manuali”, partecipa al percorso di candidatura guidato dal Ministero della Cultura (MiC).
L’obiettivo è il riconoscimento dell’arte del saper fare il merletto a tombolo come Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. Quando questo traguardo sarà raggiunto, il tombolo di Mirabella Imbaccari non sarà solo simbolo di un passato glorioso, ma espressione viva di un sapere destinato a essere tramandato alle generazioni future.
Una visita al Museo del Tombolo rappresenta oggi un’esperienza unica nel panorama culturale della Sicilia e del Sud Italia, un viaggio nel tempo e nell’anima creativa di un intero territorio.
Anche il Museo del Tombolo fa parte della Rete dei Musei comunali della Sicilia, progetto promosso dall’Associazione dei comuni siciliani che ha come obiettivo valorizzare e promuovere il patrimonio artistico della nostra Isola. Fino ad oggi hanno aderito all’iniziativa oltre 100 comuni e 200 musei.
Il sindaco Giovanni Ferro. «Il tombolo rappresenta per Mirabella Imbaccari non solo una straordinaria eredità artistica, ma il cuore pulsante della nostra identità comunitaria. Da oltre un secolo, questa antica arte ha modellato la vita sociale ed economica del paese, offrendo alle donne — e poi anche agli uomini — un’opportunità di emancipazione, creatività e sostentamento familiare.
Oggi, grazie all’impegno congiunto dell’amministrazione comunale, della Fondazione MeSSInA e delle Associazioni delle Merlettaie proseguiamo un percorso di valorizzazione che affonda le sue radici nella storia ma guarda con decisione al futuro.
La candidatura dell’arte del saper fare il merletto a tombolo come Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO rappresenta un traguardo ambizioso, che intendiamo raggiungere con tenacia e responsabilità. Non si tratta soltanto di proteggere una tradizione, ma di riconoscere il valore profondo di un sapere che ha reso Mirabella Imbaccari un punto di riferimento in tutta la Sicilia e nel Meridione d’Italia.
Il nostro Museo del Tombolo e Palazzo Biscari sono oggi luoghi vivi, capaci di raccontare la storia, l’anima e l’ingegno della nostra comunità. Sono un’esperienza culturale unica, che attira visitatori, studiosi e appassionati e che conferma, ancora una volta, quanto questa arte sia parte integrante del nostro patrimonio collettivo.
Il nostro impegno continua: con orgoglio lavoriamo affinché Mirabella Imbaccari rimanga la Città del Tombolo, un laboratorio di cultura aperto al mondo e pronto a trasmettere alle generazioni future un’eredità preziosa, frutto di dedizione, maestria e amore per la bellezza.»
Carla Muliello, addetto stampa ANCI Sicilia
