A 33 anni dalla strage di Via d’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta – Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina – l’ANCI Sicilia si unisce al dolore e al ricordo, riaffermando con forza il valore della memoria come fondamento della legalità e ricordando che ancora oggi su quella strage non è stata raggiunta nè verità tantomeno giustizia.
“Quella domenica di luglio del 1992 ha segnato per sempre la coscienza civile del nostro Paese” – dichiara Paolo Amenta, presidente di ANCI Sicilia – “e ci ha consegnato una responsabilità: non smettere mai di ricordare e di agire affinché le istituzioni siano presidio costante di giustizia, trasparenza e coraggio. La lezione di Borsellino vive ogni giorno nel lavoro dei sindaci siciliani, che in prima linea affrontano le difficoltà dei territori, spesso con mezzi limitati ma con profonda dedizione allo Stato e alla legalità”.
Mario Emanuele Alvano, segretario generale di ANCI Sicilia, aggiunge: “La memoria non può essere soltanto cerimonia, ma deve tradursi in azione, soprattutto nell’educazione delle nuove generazioni. È nostro compito, come rappresentanti delle autonomie locali, promuovere percorsi concreti di cittadinanza attiva, di lotta alla corruzione e di contrasto alla cultura mafiosa. Ogni amministrazione comunale può e deve essere un presidio educativo e istituzionale, capace di tramandare i valori per cui Paolo Borsellino ha dato la vita”.
ANCI Sicilia rinnova dunque il proprio impegno a collaborare con le scuole, le associazioni e le istituzioni regionali e nazionali per fare della memoria uno strumento vivo, radicato nelle comunità, e capace di generare cambiamento e consapevolezza.
In questo anniversario, la voce dei comuni siciliani si unisce in un unico messaggio: “non dimenticare è un dovere, cambiare è una responsabilità”.