Imposta di soggiorno: patto AnciSicilia e Airbnb per digitalizzare la riscossione in tutta la Regione

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Accordo raggiunto tra AnciSicilia e Airbnb sulla riscossione dell’imposta di soggiorno. L’annuncio è stato dato stamani dal presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, e da Giulio del Balzo, Public Policy Associate di Airbnb Italia in occasione di un incontro pubblico. Grazie all’intesa, 23 comuni dell’isola (Petralia Soprana, Terrasini, Agrigento, Montalbano Elicona, Noto, Avola, Balestrate, Castellammare del Golfo, Catania, Menfi, Palermo, Pozzallo, Santa Croce Camerina, Scicli,  Campobello di Mazara, Piazza Armerina, Erice, Siracusa, Ferla, Ventimiglia di Sicilia, Monterosso Almo, Sambuca di Sicilia, Marsala, Isola delle Femmine) hanno già avviato il processo per aderire all’accordo, che consentirà di riscuotere e versare l’imposta di soggiorno in maniera semplice e digitale. Questa verrà gestita direttamente da Airbnb per tutte le prenotazioni effettuate sulla sua piattaforma.

Le residenze extra-alberghiere rappresentano in Sicilia un importante bacino di presenze per il nostro Paese. Palermo (con 110 mila visitatori provenienti da 116 Paesi del mondo che, nel 2017, hanno scelto di utilizzare Airbnb per i propri soggiorni), Catania (60 mila persone da 107 Paesi) e Siracusa (50 mila visitatori da 102 Paesi) sono anche tra le città italiane preferite dai turisti.

 

Una mole di amministrazioni e altrettanti regolamenti comunali diversi, che rende macchinoso il completamento in tempi brevi di accordi particolari. ANCI Sicilia, insieme ad Airbnb, intendono favorire la progressiva semplificazione dei processi, consentendo anche ai comuni più piccoli ma turisticamente rilevanti di attivare velocemente uno strumento tecnologico ad oggi disponibile solo nei grandi centri.

L’accordo quadro prevede alcuni punti importanti:

  • ​Laddove non prevista, l’​imposta di soggiorno sarà estesa anche alle locazioni brevi​​; dovrà essere ​​stabilita un’unica tariffa, calcolata in percentuale sul prezzo​ (soluzione già adottata da alcuni comuni italiani)​ o eventualmente un’unica tariffa su extra-alberghiero (come soluzione sub-ottimale);
  • Si dovrà stipulare un’apposita convenzione operativa con Airbnb, replicabile ovviamente anche con altre piattaforme online;
  • Le piattaforme si sostituiranno ai soggetti ospitanti nella riscossione e riversamento dell’imposta di soggiorno in qualità di agenti contabili e quindi, per quei soggiorni prenotati tramite la piattaforma.

“Siamo davvero soddisfatti di questo accordo, – ha dichiarato Giulio del Balzo, Public Policy Associate di Airbnb Italia – che punta a superare la complessità dettata da centinaia di regolamenti esistenti, semplificando l’attivazione del sistema di raccolta automatica dell’imposta di soggiorno per tutti i comuni siciliani. Si tratta di una voce di entrate fondamentale sia per la promozione turistica dei Comuni, che per garantire un’equa distribuzione anche sui viaggiatori dei costi dei servizi utilizzati dai turisti, veri e propri “cittadini temporanei” delle nostre città”.

“Il protocollo sottoscritto tra AnciSicilia e Airbnb  – spiega Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia – è il secondo dopo quello della Toscana e costituisce una tappa importante nell’ottica di una piena riscossione della tassa di soggiorno da parte di quei comuni che l’hanno istituita. Il percorso prevederà un confronto tecnico anche nel merito dei singoli regolamenti per facilitare la riscossione dell’imposta”.

“In un momento particolarmente difficile, i comuni siciliani,  – continua Orlando – a partire da oggi, sottoscrivendo accordi autonomi e facendo seguito a quanto avvenuto per il comune di Palermo da oltre un anno, potranno incassare attraverso Airbnb, l’imposta di soggiorno di tutte le strutture che utilizzano il noto portale di prenotazioni online. Si tratta quindi, in tempo per la prossima estate, di consentire l’afflusso di maggiori e certe risorse nelle casse comunali il cui utilizzo servirà a rafforzare ulteriormente le politiche territoriali in favore del turismo, instaurando con gli operatori del settore un rapporto più forte. Gli operatori interessati sono quelli che gestiscono strutture extra alberghiere come bed and breakfast, case e appartamenti vacanze, affittacamere, case per ferie o locazioni brevi. Strutture che vivono il territorio e sono scelte anche per il crescente fenomeno del cosiddetto ‘ turismo esperienziale’”.

“Come è noto – conclude Mario Emanuele Alvano, segretario dell’Associazione dei comuni siciliani – l’imposta di soggiorno, istituita dal decreto legislativo n23 del 14 marzo 2011, è destinata a finanziare gli interventi previsti nel bilancio di previsione dei comuni in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali, nonché i servizi pubblici locali. Si tratta di una tassa di scopo stabilita in seguito all’approvazione di un Regolamento da parte del Consiglio comunale con il quale si determina l’entità della tassa di soggiorno in misura fissa o in percentuale variabile in base al costo del pernottamento. Airbnb avrà, quindi, il compito di trattenere l’imposta per conto dei comuni riversandola in seguito nelle casse comunali”