Mobilitazione dei comuni siciliani su inadeguatezza di trasferimenti, FCDE, limiti di utilizzo avanzo vincolato, approvazione bilanci e tributi locali, questi i temi trattati dal Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia

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Il Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia, prendendo atto della scarsezza di risorse e del blocco in Sicilia dei trasferimenti per investimenti già dal 2020 e facendo seguito alle numerose sollecitazioni e richieste inoltrate ai Presidenti del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e Mario Draghi, ai Ministri competenti e al Presidente della Regione e agli Assessori al ramo, ha annunciato che si riunirà nuovamente il 28 maggio.

La mobilitazione riguarda non solo la possibilità di approvare il bilancio di previsione come atto formale, ma anche di ridare a tale fondamentale strumento di programmazione un valore sostanziale per pianificare investimenti nell’interesse della Comunità e garantire servizi per i Cittadini. In tal senso si rendono necessarie mirate modifiche normative e l’ulteriore rinvio del termine di approvazione dei bilanci di previsione.

“Si registra – ha spiegato il presidente Orlando – un crescendo di mobilitazione dei comuni siciliani che lamentano l’inadeguatezza della normativa ai danni degli enti locali. Per questi motivi, anche secondo il parere di ragionieri comunali, non esiste possibilità alcuna di chiudere i bilanci in pareggio rilevando che per i comuni in sovra accreditamento la dichiarazione di dissesto non risolverebbe assolutamente i problemi e non consentirebbe di svolgere le funzioni fondamentali e di offrire servizi adeguati ai cittadini. Tutto questo scaturisce dal sistema di accantonamento del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità, dal sovra indebitamento e sovraccreditamento e dal taglio dei trasferimenti”.
Per questi motivi il Consiglio regionale ha deciso di notificare tutte le criticità invitando i comuni ad approvare una delibera che verrà inviata alla Corte dei Conti e agli organismi nazionali e regionali.
Il presidente Leoluca Orlando, durante il suo intervento, ha sottolineato, inoltre, la condizione di disagio di tutti i comuni dell’Isola, “tanto quelli in sovraindebitamento quanto quelli in sovra accreditamento. In entrambi i casi si evidenziano enormi difficoltà a chiudere e approvare i bilanci e a fornire servizi essenziali ai cittadini. Sebbene l’approvazione dei bilanci sia stata prorogata al 31 maggio, con un possibile ulteriore slittamento al 31 luglio, gli enti locali sul fronte della riscossione dei tributi si trovano in una condizione assurda poiché più lottano contro l’evasione fiscale meno riescono a riscuotere e di più devono accantonare “.
Su questo tema e sulle innumerevoli criticità degli enti locali, il ministro per il Sud, Mara Carfagna, che proprio nel pomeriggio ha incontrato il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, ha raccolto l’invito di Orlando ad organizzare un incontro con tutte le Anci meridionali.
“Dal canto suo il ministro Lamorgese, che ho già incontrato e incontrerò nei prossimi giorni, – ha aggiunto il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – ha confermato grande attenzione che ci auguriamo possa consentire il superamento delle criticità che bloccano bilanci e servizi di migliaia di comuni italiani”.
“A fronte di tutto questo facciamo appello al Presidente Mario Draghi e al Presidente Nello Musumeci perché prestino attenzione alle criticità esposte che riguardano i comuni italiani ed in particolare i comuni siciliani e diano seguito alla richiesta di istituire un tavolo sulla fiscalità locale che raccolga Governo nazionale, Governo regionale e ANCI Sicilia”
“Va ribadito con forza – ha concluso Orlando – che le criticità dello sviluppo economico si intrecciano con le difficoltà istituzionali e finanziarie dei comuni siciliani, condizionati dal mai risolto contrasto tra competenza esclusiva della Regione in materia di funzionamento degli enti locali e vincoli finanziari statali paradossalmente mantenuti in danno dei comuni nonostante le indicazioni dell’Unione Europea che tali vincoli ha sospeso per il 2020/21/22. Abbiamo criticato l’Europa dicendo che il patto di stabilità era troppo rigoroso, ma da mesi l’UE ha sospeso i limiti di spesa per tutti gli enti pubblici all’interno dei singoli Stati dell’Unione e paradossalmente i Comuni in Italia continuano ad avere questi limiti. Molti comuni dell’Isola, se sbloccassero questi limiti, potrebbero chiudere in pareggio i bilanci e spendere risorse per servizi essenziali già esistenti ma inutilizzabili”.