Tavolo fra Governo nazionale ed Anci Sicilia a Palazzo Chigi per affrontare le problematiche dei 390 comuni siciliani

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“Esprimo apprezzamento per il tavolo tra Governo nazionale ed Anci Sicilia e per l’attenzione dimostrata, nelle quasi due ore di confronto a Palazzo Chigi, per le criticità regionali, per le prospettive e per le proposte dei Comuni siciliani e l’Anci Sicilia conferma, ancora una volta, l’importanza di una collaborazione interistituzionale fra Comuni e Governi nazionale e regionale”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani dopo l’incontro di mercoledì con Claudio Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e con Gianclaudio Bressa Sottosegretario agli Affari regionali e Autonomie, al quale ha partecipato insieme a due Vice presidenti, Luca Cannata e Paolo Amenta, e al Segretario Generale, Mario Emanuele Alvano.
“Abbiamo rappresentato al Governo nazionale l’emergenza istituzionale che aggrava ulteriormente i problemi che sono già sul territorio”. Ha dichiarato Luca Cannata Vice presidente Vicario con delega al Bilancio e alle Politiche Finanziarie.
“Sono necessari più investimenti – continua Cannata – e vi è la necessità di una migliore veicolazione e un miglior utilizzo dei Fondi europei, i quali se razionalizzati, avrebbero certamente una ricaduta positiva sulla questione sociale e sull’ occupazione”.
“O si cambia o la Sicilia muore – ha dichiarato Paolo Amenta, Vice presidente con delega alle Politiche Sociali e di Sviluppo – abbiamo manifestato, ai rappresentanti del Governo nazionale, la grande difficoltà della nostra Regione a causa della mancata approvazione della legge sull’acqua pubblica e sull’organizzazione del sistema idrico integrato, la totale assenza di un piano di gestione dei rifiuti, ma soprattutto gli altissimi livelli di disoccupazione, i cui indicatori, come confermano i dati Istat, superano ampiamente quelli della Grecia con una un’esplosione della povertà a livelli mai registrati, in un sistema produttivo che si è fermato”.
“Il collasso del mondo produttivo unito al collasso degli Enti locali – continua Amenta – dal punto di vista finanziario e della liquidità di cassa denotano, purtroppo, una caduta libera che in Sicilia non riesce a fermarsi”.