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Assemblea dei comuni, le richieste al governo regionale

Gli oltre 200 sindaci siciliani che lo scorso 5 maggio hanno preso parte all’Assemblea dei comuni svoltasi a Palermo, hanno chiesto l’istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (Cal) come sede unica di confronto istituzionale, che consenta agli enti locali di esprimere pareri sui disegni di legge in discussione all’Ars, di definire linee guida su diversi temi, di sancire intese e concordare percorsi di attuazione delle leggi regionali. È stata questa una delle principali proposte contenute nel documento programmatico redatto dall’AnciSicilia e presentato  nel corso dei lavori dell’Assemblea .
L’Associazione dei comuni ha sottolineato di aver avanzato più volte al governo Crocetta questa richiesta “ma senza esiti”. “L’impegno dell’assessore alle Autonomie locali – recita il documento – è stato fino ad oggi disatteso e il tentativo di controbilanciare l’assenza del Cal rafforzando il ruolo della Conferenza delle autonomie locali (Cral) anche attraverso la previsione di un calendario di sedute annuali, dopo i primi incontri iniziali, non si è concretizzato”.
L’AnciSicilia ha ribadito la necessità di “una sede unica di confronto paritetico» anche in relazione «all’approvazione della riforma che istituisce i liberi consorzi dei comuni e le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina”, che “ridisegna la governance delle autonomie locali siciliane ed assegna ai comuni un peso maggiore nell’attuazione del processo riformatore considerando che » in prospettiva, anche la gestione delle funzioni di area vasta, seppur indirettamente, sarà affidata alle amministrazioni locali”.
La bozza affronta anche il tema della stabilizzazione dei precari degli enti locali evidenziando che le immissioni in ruolo di questo personale potranno avvenire in numero contenuto rispetto alla platea dei lavoratori precari e subordinando la possibilità di immissione in ruolo a due condizioni “la sussistenza effettiva di una scopertura di organico e della disponibilità finanziaria necessaria”.

 

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